Articolo cosmesi 02, aprile 2012

 


Il nostro tavolo di ricerca: la cosmesi bio e non...

 

Gli ingredienti dei prodotti cosmetici si chiamano INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) e sono obbligatori dal 1997. Riportano gli ingredienti contenuti, elencandoli partendo da quello a concentrazione maggiore fino a quella a concentrazione minore. In latino si trovano i nomi provenienti da derivati botanici non trattati e in inglese le sostanze che sono state sottoposte a un processo chimico.

 

Imparando a conoscere gli INCI, possiamo rinunciare a prodotti poco rispettosi dell’ambiente. Ma la problematica principale che non trova una risposta decisiva (“o bianco o nero”) riguarda la presenza di conservanti (es. molti parabeni, fenossietanolo e cessori di formaldeide) che possono causare allergie, nonostante le basse dosi utilizzate. I conservanti devono essere usati perché qualunque prodotto a contatto con l’acqua subisce un attacco da parte di lieviti, muffe e batteri, quindi una trasformazione. (Nota: esistono prodotti senza acqua, cioè oli o burri cacao).

 

Una percentuale di normalissimo alcool al 15%, invece, è un quantitativo idoneo per conservare un prodotto cosmetico, ma il problema di questo solvente è quello di sgrassare troppo la pelle e di irritarla. Quindi i formulatori che mettono l’alcool si trovano poi nelle condizioni di dover aggiungere nel preparato del grasso aggiuntivo per bilanciare questo effetto, non sempre con risultati gradevoli all’impatto con la pelle. La letteratura in merito dice che una concentrazione di alcool al 5% non è abbastanza per conservare, ma rende un piacevole effetto vellutato al momento di spalmare la crema, senza disidratare.

 

Altri ingredienti che si possono usare per conservare sono il sorbitolo e la glicerina ma questi prodotti tendono anch’essi a disidratare la cute e sono poco usati perché il prodotto che si ottiene risulta poco piacevole al momento dell’uso, a causa della sua consistenza.

 

In alternativa, come antifungino si potrebbero utilizzare estratti vegetali come il tea tree oil ma, per la quantità che bisognerebbe impiegare, si tratterebbe di ottenere un prodotto dall’odore sgradevole. Su altri estratti vegetali sono ancora in corso ricerche, attualmente dai risultati contrastanti.

 

Ci siamo assegnate il compito di analizzare gli ingredienti dei prodotti che utilizziamo all’interno del nostro GAS per sapere se questi possano contenere componenti poco graditi, ma dobbiamo comunque ricordarci, anche alla luce di quanto appena detto, che ogni pelle ha caratteristiche proprie e reagisce a modo suo.

 


Copyright(c) . Created: Saturday 14 April 2012 Updated: Saturday 28 April 2012